Quel che per te sarà

Autore: Lisa Didimo


[Bisogna possedere la consapevolezza di saper amare, prima di dare la vita. Poiché di compiere il semplice atto di procreare è pressoché in grado chiunque.]

Ciao Anna. È passato talmente tanto tempo da quel giorno…raccogliesti in fretta le tue cose, prendesti tutto il coraggio che avevi e andasti via da lì. Ti vidi uscire di casa con le lacrime agli occhi e una felpa consumata dagli anni, esausta come te di quella vita. Non ti vidi più tornare, Anna. Sapessi quanto ho pregato, quanti pensieri ti ho rivolto sperando che stessi bene, che non diventassi come lei. Non è stato facile, eri così piccola e avevi di fronte cose più grandi di te. Forse, tra le lacrime, tra le urla, tra la rabbia che provavi, alla memoria è rimasto anche qualche sorriso di quei giorni. Raro, uno ogni tanto, giaceva sulle tue labbra rosee che erano simili alle sue, ma fin troppo piene di parole non dette, di sentimenti nascosti. Oh mia piccola Anna, cosa hai dovuto vedere…quanto mi dispiace. Avrei tanto voluto aiutarti. Vorrei che vedesse quel che ti ha fatto. Te li ricordi i piatti lanciati? Il suono secco di qualcosa che si rompe. Tu lo conosci bene quel rumore…qualcosa in te si è rotto tempo fa: piccole crepe formano un mosaico di ricordi. Eri così innocente. Non meritavi quelle parole. Te le hanno gettate sul viso senza un briciolo di delicatezza. Avevi le mani piccole, non sei riuscita a fermarle. Non eri in grado di gestirle e ti hanno presa. Oh mia piccola Anna…guarda come sono grandi i tuoi occhi scuri, abbastanza da vedere oltre, da percepire le singole sfumature nella loro importanza: ogni ghigno dietro una cattiveria, ogni lacrima mancata dietro tutto quel rimpianto. È stato forse questo. Sì, forse sì. C’erano giorni in cui guardavi il blu celeste, lassù, per non piangere…ah quante nuvole col tuo sguardohai invidiato, desiderando con inafferrabile impazienza, di avere la loro leggerezza. Non hai potuto scegliere, ti ci sei trovata e basta. Poteva capitarci chiunque altro, eppure il destino aveva scelto proprio te. Facevi nascere in lei talmente tanta rabbia che quasi equiparava la tua. Le assomigliavi così tanto. Sarebbe stata questione di tempo, di situazioni e avresti avuto anche te la possibilità e la forza di emergere, ma non saresti stata come lei perché tu, mia povera Anna, l’hai capito presto che il dolore di uno schiaffo non è nulla in confronto a quello di una parola troppo pesante per chi ha le spalle esili. Ci stavi così stretta in quelle poche mura che, nei momenti di maggiore buio, potevo quasi vederti trovare rifugio nelle loro imperfezioni, che percorrevi con estrema leggerezza con la punta delle dita, come se esercitando un po’ più di pressione tutto potesse cedere sotto il tuo tocco. Come se, insieme al crollo di quelle sottili nervature, potessi anche tu crollare d’improvviso. Nonostante ciò, giorno dopo giorno hai attutito ogni colpo con l’eleganza disarmante di chi si sforza sempre di capire, di trovare del sentimento dietro ogni gesto improprio, dietro ogni limite varcato su di te.

Questa singolarità posso percepirla. Questa fragilità che ti ha donato è ancora dov’era un tempo, se taci puoi quasi sentirla: un silenzio assordante. Ti dona una bellezza sottile, precisa, unica nel suo genere. Ma capirai, mia dolce Anna, che una sensibilità come la tua ha un prezzo tanto alto da pagare. Arrivare a cogliere i dettagli che la gente non nota si paga in lacrime. Piccola bambina dagli occhi spenti, sarà che il tempo è ormai passato e la tua giovinezza è sfumata via col vento. Ma a te non t’hanno ucciso gli anni, sono state le parole di chi, con la tua stessa premura, non ha saputo toccarti. Di chi, non badando alla tua età, ti ha mostrato cieli troppo scuri per i tuoi grandi occhi impauriti. Ed ora sono ancora qui a guardarti da questa finestra mentre appassisci come i fiori in autunno, mia dolce bambina. Nel tuo atto morente sento una forza inarrestabile: è rimasto in te un bocciolo d’affetto, un suono di speranza, una fiamma viva. Alzati! Hai così tanto amore da dare…ne hai sempre avuto, anche per chi non meritava le tue carezze.

Ed eccoti qua, sulla soglia di quella porta dove quel giorno ti vidi andar via, con il viso ancora una volta rigato di lacrime.

Sarà una nuova vita. Un nuovo tempo per rinascere. Sarà una nuova primavera per te, Anna, mia grande donna, che hai saputo far sbocciare una rosa dal dolore che ti porti addosso.

Questo è per te, bambina mia, che hai colto l’importanza inesprimibile di dare la vita. È per te che hai avuto il coraggio di darti la vita. È per te che hai scelto di vivere con la promessa di somigliare un po’ meno a lei e di trovare un modo migliore per amare te stessa. Lasciandoti spoglia dei ricordi del passato, sulle tue spalle ora ci sono delle ali. Ci saranno nuovi cieli dove poter ricominciare. Vola Anna, vola!

Hai in te tutta la leggerezza delle nuvole.