Dono la mia vita e starò bene!

Autore: Chiara Bravini


La vita che cosa meravigliosa!

Ci sono persone che pensano che essa sia un insieme di giornate messe una dopo l’altra senza un motivo. Anche io fino a qualche tempo fa la pensavo così. Mi chiedevo perché noi esseri umani dovessimo vivere un’esperienza del genere, piena di delusioni, tristezza e fatica. La risposta l’ho trovata in un’esperienza che ho avuto qualche tempo fa e che mi ha fatto capire molte cose della mia vita e di me stessa.

Avevo appena compiuto 15 anni, mi ero appena fidanzata, per la prima volta mi trovavo bene nella mia classe e la mia vita sembrava andare al meglio. Non desideravo altro, solo continuare a vivere così. Il 20 gennaio di quell’anno mi sentii male con lo stomaco. Mamma e papà pensavano che fosse un semplice virus, anche io la pensavo cosi. Stetti male però per molto tempo, non riuscivo a tenere niente nello stomaco, dimagrivo a vista d’occhio e non si capiva cosa c’era che non andava. La risposta la trovai insieme alla mia psicologa: non riuscivo ad amare la mia vita, non la sentivo mia. I ragazzi della mia età uscivano, andavano alle feste e si divertivano, io venivo invitata a questo genere di cose ma mi rifiutavo di andarci. Ho passato quasi un anno rinchiusa in casa, mi sentivo sicura solo lì, non andavo neanche a scuola. Non uscivo perché avevo paura di sentirmi male. Pensavo che questa “malattia”, come la chiamavo io, mi voleva solo far buttare via i miei 15 anni, invece andando avanti scoprii che è stato ciò che me l’ha fatta riconquistare.

Essendo molto credente mi chiedevo come può Dio, così buono, potesse farci odiare la nostra vita se è il regalo più prezioso che ci potesse mai fare. Sono andata avanti per quasi un anno con questa domanda, me la ripetevo in testa tutti i giorni. Sono arrivata alla conclusione che Dio non ci vuole far odiare la nostra vita. Dio lascia che veniamo sottoposti a delle situazioni che per noi di fatto costituiscono delle prove. Da queste situazioni Dio sa tirare fuori il bene e fa in modo che una volta superate diventino per noi dei punti di forza.

La vita è un viaggio e in questo viaggio ci saranno momenti in cui vorresti solo fermarti, ma come si dice “chi si ferma è perduto”. Io ho provato molte volte a fermarmi, non volevo più vivere in quel modo, preferivo farla finita. Da questa situazione riuscii ad uscirne solo mettendo la mia vita a disposizione di Dio.

Mia madre mi chiese di partecipare come animatore al Grest estivo ovvero delle esperienze organizzate dagli oratori che consistono in periodi di animazione, giochi, gite e laboratori che si svolgono durante il periodo estivo. Io non volevo farlo, non andavo a scuola figuriamoci al Grest! Lei però mi riuscì a convincere con le parole: “Tanto ci sono anche io, se ti dovesse succedere qualcosa ti aiuto io”. Accettai, ma ero ancora molto titubante. Iniziai questa nuova avventura, non era la prima volta che facevo da animatore però nella situazione in cui mi trovavo anche le cose che facevo da tempo erano una novità. I primi giorni sono stati duri, spesso piangevo perché non mi sentivo bene, ma di nascosto, non volevo che mia madre mi vedesse in quelle condizioni. Non mangiavo quasi niente durante la giornata, perché avevo paura di sentirmi male di fronte ai bambini. I giorni passavano e c’erano momenti in cui mi scordavo di pensare che mi dovevosentire male e infatti stavo bene. Era il sorriso dei bambini che mi faceva dimenticare tutto ciò, che non mi faceva pensare ad altro tranne che doverli renderli felici, perché in quel momento i bambini facevano affidamento su di me per esserlo. Da qui ho capito che è donando la propria vita

che si riceve quella spinta in più, quella forza che viene proprio da Dio. Se i bambini non mi avessero donato quel sorriso, che magari in quel momento mi era indifferente, io non avrei mai superato quel momento della mia vita che mi bloccava.

Il vangelo di Giovanni (12,25) ci dice: “Chi ama la propria vita la perde”. Gesù con queste parole non ci vuole dire che dobbiamo provare odio verso la nostra vita: la vita va amata perché è il dono più prezioso che Dio ci potesse mai fare. Quello che porta alla perdita della vita è amare il proprio, essere egoisti. Chi vive per sé, chi ha successo, chi soddisfa pienamente i propri bisogni appare vincente agli occhi del mondo, ma non agli occhi di Dio. Secondo i suoi occhi “chi vive per sé non perde solo qualcosa, ma la vita intera; mentre chi si dona trova il senso della vita e vince”. Ed è così che è successo a me. Le parole di mia madre in quel momento preciso della mia vita erano le parole di Dio, che mi stavano dicendo che non stavo vivendo la mia vita come voleva Lui, che non stavo rispettando il progetto che Lui ha per me.

Il consiglio che posso dare ai giovani di adesso è quello di non sentirsi forti se hanno l’ultimo modello di telefono o il fidanzato più bello della città, perché queste cose rendono felice una persona per un momento determinato, la vera felicità viene dal donare la propria vita agli altri, soprattutto ai bambini.

Se vogliamo veramente seguire Gesù dobbiamo vivere la vita come se fosse un dono da dare agli altri, non come un tesoro da conservare. Se la conserviamo per molto tempo “andrà a male” e non potremo più farci niente. Dobbiamo fare in modo che la vita di ognuno di noi siamo unica e speciale, dobbiamo viverla come se fosse un vero e proprio disegno di Dio. Perché la vita è una e va amata, anche se non è come la vorremmo noi, perché la vita è la vita e cosa c’è di meglio?!

Vorrei concludere con le parole di Madre Teresa di Calcutta: “Dona, perché hai tutto ciò che serve al prossimo… Ama, perché l’amore è l’unica cosa che ti riempirà la vita”.